L’altro giorno ho saltato il pranzo… Più o meno verso le 5 del pomeriggio il mio stomaco ha iniziato a ricordarmelo. Ero per strada e vedo una piccola pizza al taglio, carina e ben arredata. Entro, chiedo quali gusti non avessero mozzarella o carne e prendo una vegetariana.

Un locale ben arredato, la pizza davvero buona. Un’impasto croccante e dei condimenti di qualità. Penso: “Cavolo, come mai non c’ero mai venuto? Devo proprio tornarci!”. Mentre continuo a pensare a quando potrei ricapitare in quella zona, sento che qualcosa in bocca non va… un sapore strano… poi realizzo: speck!

Ora, per quanto a molti possa sembrare una fesseria, vi assicuro che non c’è cosa peggiore che servire ad un vegano che ha esplicitamente chiesto qualcosa senza mozzarella e carne una “vegetariana” con tanto di speck!

Senza fare una piega, butto il resto, ringrazio e vado via senza dire nulla, anche e soprattutto per evitare al pizzaiolo una figura barbina di fronte ad altri clienti. Inutile dire che, per quanto buona fosse la pizza e per quanto carino fosse il locale, difficilmente mi fermerò di nuovo in quel posto.

Indipendentemente dai vostri gusti culinari, quante volte vi è successo di vedere smontata la vostra aspettativa per colpa di una svista o di un dettaglio?

Per quanto scrivo spesso che l’entusiasmo, il design e la presentazione siano fondamentali, non dobbiamo mai e poi mai dimenticarci di superare l’aspettativa dei nostri clienti, e l’aspettativa, si sa, si supera proprio con piccoli dettagli.

Tutta l’impostazione di un’attività si basa e regge sulla qualità dei prodotti e dei servizi prestati che devono essere sempre curati nei minimi particolari, perché è lì che spesso si nasconde la vera differenza tra noi e i nostri competitor… soprattutto se abbiamo un’attività dove di competitor ce ne sono molti!

(foto: Daniel Bachhuber | Flickr)