Molti imprenditori stanno pensando al franchising, ma in pochi si pongono le domande giuste… quelle scomode, quelle che – se non te le fai – poi le paghi.

Per fare franchising serve onestà intellettuale e, per quanto in Italia in questo settore ce ne sia davvero poca (sotto molti punti di vista), noi dobbiamo continuare a trattare questo argomento come… secondo me… si dovrebbe.

Per cui: ecco le 3 domande fondamentali che ogni franchisor dovrebbe porsi prima di lanciare la propria rete e che, per esperienza, non si fa quasi mai.


1. La mia attività ha senso anche senza affiliati?

Cioè: il mio modello di business funzionava davvero prima dell’idea di replicarlo?

Sembra una domanda scontata? Ma manco per niente.

Non sono in tanti infatti quelli che si soffermano sulla solidità della propria impresa prima di preoccuparsi di renderla replicabile e farne una rete. Fa parte purtroppo di uno dei problemi più comuni legati all’inesperienza nel franchising.

Mi capita non di rado infatti di dover negare una consulenza perché l’attività, semplicemente… non regge. Magari il mercato è saturo, manca innovazione o identità, o l’attività è una tra tante.

Il progetto madre da cui far nascere un franchising deve essere solido e avere davvero carattere. Ci devi aver lavorato (ed investito) sopra.

Se l’unico motivo per avviare uno sviluppo in franchising è vendere affiliazioni, non stai creando valore: stai creando una trappola.


2. Il mio format è davvero pronto o sto cercando qualcuno che lo provi per me?

Questa può sembrare la fase due della domanda precedente… ma nasconde molto, molto di più.

Anche quando un’idea o un business hanno una buona impostazione, non è detto che siano già pronti per essere replicati. Anzi… spesso non lo sono affatto.

Questo accade perché sono pochi gli imprenditori che, in fase di creazione, sono già proiettati verso uno sviluppo futuro. E anche quando lo sono, spesso non hanno l’esperienza necessaria per impostare un format da franchising.

Il risultato? Un format valido, ma non replicabile. Qui entra in gioco un nuovo business plan, necessario a rivedere tutto per renderlo adatto alla replica.

💡 Piccolo suggerimento: diffidate dai consulenti che non trovano nulla da migliorare nel vostro format. In genere, o non sanno vedere i problemi, o vogliono accaparrarsi un cliente in più. Tanto poi… i problemi saranno i vostri.


3. Firmerei io oggi stesso il mio contratto di affiliazione?

Qui ci sono due aspetti cruciali:

Primo: il contratto che ho redatto (o fatto redigere) è realmente solido? Firmerei io stesso, oggi, quel contratto prendendomi tutti gli impegni previsti?

Domanda utilissima per chi è accecato dall’idea di aver creato l’impresa del secolo e impone clausole assurde o squilibri contrattuali.

Secondo: mi affilierei al mio stesso franchising?

Cioè: al di là del contratto, ho davvero creato un format con dinamiche win-win? Un format che, da affiliato, ritenerei conveniente?

Qui serve una risposta onesta, lucida e sincera. E non è sempre facile.


Conclusione: se non te le sei ancora fatte, è ora di farlo

Bene, se stai impostando il tuo format in franchising e ti sei già fatto queste tre domande, allora sei sulla strada giusta.

In caso contrario… forse è il momento giusto per fermarsi, riflettere e… farsele ora. Ora… ora ora.